Dall’io al noi, dal singolo alla comunità

Viviamo tempi in cui tra le persone, spesso, prevale l’egoismo. La democrazia è sempre più fragile, i diritti dei lavoratori e dei deboli vengono, sovente, calpestati. Si potrebbe dare la colpa di tutto ciò a chi ci governa, ma, a mio avviso, ciò ci coinvolge un po’ tutti: la mancanza di un’etica, fondata su solide basi spirituali, porta l’uomo a vedere sbiadire il sogno di comunità. 

A tal proposito, vorrei  citare lo scienziato francese Henri Laborit. Egli ha eseguito un famoso esperimento suddiviso in due fasi. Nella prima fase, un topo viene chiuso in una gabbia, ricevendo numerose scosse elettriche che provengono dal pavimento. Il topo si rintana in un angolo e dopo una settimana muore. Nella seconda fase viene ricreata la stessa situazione, con una differenza: nella gabbia ci sono due topi. In seguito  alle scariche elettriche i topi cominciano a combattere tra di loro; alla fine della settimana hanno riportato alcune ferite ma sono vivi. 

Quale lezione trae Laborit da questo esperimento i cui risultati possono essere estesi alla specie umana? Di fronte all’ingiustizia e alla sofferenza alle quali non è possibile sottrarsi, l’uomo prima cade in depressione e poi muore. Ma c’è un’altra possibilità ed è quella che si metta a combattere contro altri suoi simili che si trovano nelle stesse condizioni. In quel caso, anche se malridotto, sopravvive. La sofferenza e l’ingiustizia sono, quindi, alla base della lotta tra i poveri e diseredati, tra immigrati e autoctoni, tra lavoratori dipendenti e autonomi, tra credenti e non credenti, tra contadini e operai e cosi via. Sfogare l’aggressività contro un falso nemico ci fa sentire meno vulnerabili. 

La soluzione a questi drammi generati dalla sofferenza e dall’ingiustizia è la comunità, luogo sociale in cui l’uomo venga valorizzato e aiutato ad esprimere le proprie potenzialità spirituali e pratiche. Costruire delle comunità che siano realmente luoghi di amore ed  inclusive è certamente una strada stretta e difficile, perchè potrebbero emergere conflitti tali da mandare in frantumi lo spirito di comunità.  

Nell’ambiente comunitario in cui prevale l’amore e la condivisione, gli uomini trovano ristoro e possibilità di crescita umana e ci si allontana dalla sensazione di solitudine che è, come evidenziato, dannosa per l’essere umano. A tal proposito il Governo americano a fine aprile 2023 ha pubblicato un documento di 80 pagine, nella persona di Vivek Murthy, il massimo rappresentante dell’amministrazione statunitense per le politiche Sanitarie. In tale documento è evidenziato che, secondo le rivelazioni statistiche, gli Americani che dicono di sentirsi invisibili, insignificanti e soli sono uno su due. Il Governo americano, pertanto, fa il seguente appello alla comunità:<< E’ ora che ognuno di noi inizi , nella propria vita, a rafforzare le relazioni. Rispondi alla telefonata di quel tuo amico. Trova il tempo per condividere un pasto con qualcuno. Ascolta, senza distrazione, chi ti parla. Esprimi te stesso in modo autentico>>.

 

Dott. Ing. Francesco Campisano Cultura, Movimento, Condivisione

 

Fonti: – Dall’io al noi di Mauro Scardovelli,  Editore Rizzoli

-La “grande solitudine globale”, nuova pandemia che allarma, Avvenire

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/la-grande-solitudine-globale-nuova-pandemia-che-allarma