“Dopo il crollo delle economie socialiste, una sola ideologia è sembrata dominare incontrastata il campo ideale e delle azioni, l’economia di mercato è andata ad esercitare un fascino irresistibile su tutti i sistemi politici, poiché l’economia di mercato sembrava essere sinonimo di abbondanza e di efficienza. La globalizzazione per come la si intende è quindi diventata una nuova e incontrastata ideologia che si può dire ha trovato le basi nella creazione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale effettuata nel Luglio del 44 a Bretton Woods, l’allora segretario del Tesoro Statunitense Henry Morgenthau affermò l’intenzione di creare un ‘economia mondiale dinamica nella quale ciascun popolo potesse coniugare la pace e la prosperità, e godere dei frutti del progresso materiale su questa terra piena di ricchezze naturali. Morgenthau si rivolse ai presenti esortandoli a considerare l’elementare assioma economico secondo il quale il benessere non ha limiti prefissati. Non è materia finita che diminuisce con la distribuzione. Molti dei postulati esposti erano giusti, ma due dei più importanti erano discutibili. Il primo sosteneva che la crescita economica e l’incremento del commercio mondiale sarebbero stati un beneficio per tutti. Il secondo teorizzava una crescita economica non vincolata dai limiti del pianeta. Oggi giorno pare evidente che le risorse del pianeta sono limitate e i primi limiti ambientali si sono rivelati nel campo delle risorse rinnovabili, a causa di un eccezionale sviluppo economico degli ultimi cinquanta anni , il nostro sistema economico ha portato le risorse ambientali ad un livello di saturazione. Bisognerebbe riconoscere che la crescita economica non rappresenta più una priorità e che il vero problema è quello di usare le risorse disponibili per tre obiettivi fondamentali:
- soddisfare i bisogni primari della popolazione mondiale
- conservare la biodiversità
- garantire alle generazioni future una quantità di risorse non inferiore a quella che abbiamo oggi
Tuttavia non esiste un’unica ricetta specifica per la risoluzione degli errori commessi nel campo economico e sociale. Non c’è una formula magica, perché la storia la costruiscono passo dopo passo, le generazioni che si succedono camminando nel mondo col cuore più attento ai valori umani e umanizzanti che Dio ha posto in ognuno. E tuttavia si possono individuare tre grandi compiti, nella direzione di una re-umanizzazione dell’economia e della finanza. Innanzitutto mettere l’economia al servizio dei popoli interi e non di pochi eletti, per dire no a una strategia di esclusione e iniquità in cui il denaro domina a discapito della persona umana. In secondo luogo, c’è da unire i popoli nel cammino della pace e della giustizia, perché essi siano artefici del loro destino contrastando ogni colonialismo pratico o ideologico che impone alienanti modelli di consumo e un indubbia uniformità culturale. Il terzo compito, forse il più importante e arduo da assumere quest’oggi, è quello di difendere la Terra: oggi la casa comune di tutti è a rischio perché saccheggiata, devastata e umiliata impunemente”.
Ing. Francesco Campisano Cultura, Movimento, Condivisione
Fonte: Il lametino